Non solo una location.
Qualcosa sta effettivamente succedendo dalle parti di via Milano. Conversione urbana, rinascita e recupero, ripensamento sociale e culturale: scegliete voi la locuzione che più vi aggrada. Il concetto, tanto, non cambia: la porta confusa e sfregiata della città, con il suo carico di brutture e di aberrazioni, è in cerca di un nuovo senso, di un’identità spendibile e futuribile. Lo si intuisce dai proclami, dai progetti, dalle intenzioni più o meno istituzionali di enti e fondazioni. Lo conferma il brulicare spontaneo di iniziative private che fino a qualche anno fa non erano nemmeno lontanamente pensabili. DER MAST in ordine di tempo è figlia di un colpo di fulmine. E come tutti gli amori impossibili si porta appresso un pizzico di azzardo e una buona dose di follia.
Laboratorio delle idee e delle arti al 17 di via Carducci, là dove un tempo sbuffavano i camini di un’officina meccanica. È un edificio degli anni Trenta, all’inizio si produceva la ceramica, poi ha cambiato destinazione varie volte. È uno spazio straordinario, un reperto di archeologia industriale gentilmente recuperato per farne un centro multidisciplinare. I nostri corsi ed eventi di di Flamenco condivideranno il percorso con altre musiche e danze, con arti sceniche, pittura, yoga e pilates. Poi c’è il teatro: 150 posti a sedere e almeno 300 in piedi. Con un palco modulare che può essere spostato al centro della sala e che si può adattare alle esigenze delle varie compagnie di danza o di recitazione, oltre che dei musicisti. Infine un bar, altro luogo preferito dal Flamenco, che ospiterà eventi e presentazioni, e uno spazio espositivo. L’idea è quella di uno spazio il più aperto possibile, inclusivo e aggregativo. Insieme a Der Mast vogliamo fare rivivere questa parte di città. Ora ci siamo e speriamo sia solo l’inizio: dove arrivano gli artisti, specie che sopravvive solo in ambienti evolutivamente instabili, poco dopo arriva anche la vita. Sotto forma di luoghi riconquistati e di connessioni riallacciate. Via Milano non sarà Kreuzberg e nemmeno Tribeca, ma qualcosa si muove.